domenica 19 febbraio 2017

Umberto La Marca chi era?


MONTEBELLUNA. Da cosa sia scattata l'ultima molla che lo ha spinto a togliersi la vita è un segreto che si porterà nella tomba, perché non ha lasciato nulla di scritto e non si era confidato con nessuno. La notte scorsa Umberto Lamarca, 34 anni, originario di Saviano (NA) ma da molti anni residente a Montebelluna, netturbino per la Aimeri Ambiente srl che ha l'appalto della raccolta dei rifiuti a Feltre, si è tolto la vita impiccandosi nel bagno della casa di un amico dal quale aveva deciso di passare la notte.
Ad allarmarsi la mattina, prima di mezzogiorno, è stato l'amico quando si è svegliato. Si ricordava che la notte, al rientro a casa, Umberto era andato in bagno e si era chiuso dentro. Lui invece aveva preso sonno e solo al mattino si è reso conto che l'amico non era andato a letto. È andato verso il bagno, ha provato ad aprire la porta, ma era chiusa, ha provato a chiamarlo, senza però ottenere alcuna risposta. A quel punto ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco, che sono arrivati in via Ospedale e hanno forzato la porta del bagno. Umberto Lamarca si era impiccato alla finestra, aveva utilizzato la cordicella del cappuccio della felpa che indossava per farlo. Non respirava più, a quel punto è stato chiesto l'intervento dei carabinieri di Montebelluna e del medico legale. Non c'erano segni che potessero far pensare a cause diverse dal suicidio.
La morte doveva risalire ad alcune ore prima, a poco dopo che i due amici erano tornati a casa e il 34enne si era chiuso a chiave in bagno mentre l'amico si metteva a letto e si addormentava.
La Marca abitava a Montebelluna in via Martinella da vari anni e lavorava a Feltre come netturbino alle dipendenze della Aimeri Ambiente srl, la società che raccoglie i rifiuti nel comune montano. Aveva un compagna di origine brasiliana, anche lei da tanti anni a Montebelluna, tanto che aveva fatto gli studi nel capoluogo montelliano e lavora presso una nota azienda di calzature e abbigliamento della zona. Da questa compagna, con cui viveva, aveva avuto due figli, un maschio e una femmina, entrambi ancora in tenera età.
In base alle testimonianze raccolte dai carabinieri, il 34enne era ultimamente giù di corda, ma nulla aveva fatto intuire che potesse mettere fine alla sua vita. Tanto che, più che a un fatto scatenante, si pensa a una serie di concause: un probabile litigio con la compagna, forse qualche problema economico. La sera era uscito con gli amici, erano andati a divertirsi, a bere, probabilmente anche a giocare, poi al ritorno, anziché dirigersi verso casa in via Martinella, si era fermato in via Ospedale dall'amico. Non era la prima volta che lo faceva, era accaduto in passato che, dopo una nottata di festa, si fermasse a dormire in casa di qualche amico. Perciò l'altra sera, quando ha deciso di dormire dall’amico che abita in via Ospedale, nessuno si era stupito e a casa non si erano preoccupati. Per questo l'allarme è scattato solo parecchie ore dopo, quando era ormai mezzogiorno
e l'amico ha visto che non c'era e che la porta del bagno era chiusa a chiave dalla notte. Una volta che il medico legale ha constatato il decesso e i carabinieri hanno concluso i rilievi, il corpo del giovane è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale cittadino.

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