Fonte: laprovinciaonline.it
Alla base della denuncia presentata da Luigia De Falco le promesse di lavoro fatte e non mantenute e poi i “favoritismi” che una parente di un componente della giunta avrebbe avuto essendo stata da poco assunta al cimitero. Sono i fatti alla base dell’esposto che la De Falco, da ieri nuovamente incatenata al cancello del luogo sacro di Somma Vesuviana, ha presentato ai carabinieri. Un racconto lungo quattro anni e finito con la decisione di protestare nuovamente in maniera eclatante come già aveva fatto il mese scorso. “Nel 2011”, racconta la De Falco nella sua denuncia, “l’allora sindaco Allocca Ferdinando, a seguito della sua candidatura, mi aveva promesso un posto di lavoro presso il cimitero di Somma. Il 16 settembre di quell’anno fui assunta dalla ditta Caronte di Afragola che gestiva il servizio cimiteriale. Lavorai per oltre un anno in nero, il 17 ottobre 2012 fui assunta regolarmente a contratto part time, 4 ore lavorative, percependo uno stipendio di 300 euro mensili. Durate la propaganda elettorale del secondo mandato di Allocca si presentarono presso il cimitero A.P. e l’ingegnere A.D.C., il primo all’epoca consigliere uscente questo con fare minaccioso mi disse che se non lo votavo avrei perso il posto di lavoro e che lui mi aveva fatto trovare il posto e lui me l’avrebbe tolto. Nel 2013 P. fu rieletto , ma io ho perso il posto. Da allora non sono riuscita più a lavorare. A seguito del decesso prematuro del sindaco Allocca nel 2014 si tennero nuove elezioni e l’allora candidato sindaco Piccolo, convocatomi presso lo stand di diffusione elettorale, mi promise che se fosse stato eletto avrebbe provveduto a farmi riassumere di nuovo al cimitero. Diventato sindaco mi recai al Comune dove ebbi un colloquio con lo stesso, questo mi disse che già aveva interessato la nuova ditta che aveva vinto l‘appalto, i Cipressi, e che doveva raggiungere un accordo per le ore lavorative che avrei dovuto fare. Il sindaco mi mandò dal consigliere Granato con la delega al cimitero, questo, mi invitò a produrre il mio curriculum e ad inviarlo alla ditta. Effettuai quanto richiesto ed inviai il curriculum, con raccomandata il 2 marzo 2015. Sempre come riferitomi dal Granato e successivamente dall’assessore Salierno, dopo 8 giorni dalla ricezione della raccomandata sarei stata assunta. Il 3 marzo, con mio rammarico ed enorme stupore, accertai che avevano assunto al mio posto T.C. la cugina dell’assessore Coppola”. Da qui la decisione di chiedere nuovamente spiegazioni a Granato: “che mi riferì di aver rimesso la delega al cimitero e che non dovevo preoccuparmi che il sindaco Piccolo mi avrebbe risolto il problema”. Più volte la De Falco ha tentato di parlare con Piccolo senza essere ricevuta fino alla protesta dello scorso mese in cui, grazie all’intercessione di un consigliere comunale di minoranza, Giuseppe Auriemma, le fu fissato un incontro. “Una volta al Comune il sindaco ci disse che dovevamo andare a parlare con i due assessori Salierno e Saviano”, conclude, “Entrambi mi dissero che non potevano fare nulla perché mi ero rivolta ai giornali”. La decisione di denunciare perché: “Voglio che i giudici sappiano dei soprusi che da anni sono costretta a subire. Sono pronta a fare qualsiasi lavoro onesto, ho messo le mani nei bagni del cimitero per pulirli e tornerei a farlo, solo per i mie figli, ma nessuno mi ascolta”.
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