martedì 31 marzo 2015

INCIDENTE STRADALE A CORSO GARIBALDI

Incidente stradale a Corso Garibaldi,  proprio di fronte alla chiesa. Ferito il conducente del motociclo. Si sconosciuto le generalità. 
Ha ferite al volto e ad una gamba.


CAMORRA E POLITICA...NIENTE DI NUOVO


C’è anche un assessore tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere dodici persone ritenute esponenti e affiliati del clan camorristico Fabbrocino di Nola (Napoli). Secondo gli inquirenti Gianpaolo De Angelis, assessore con delega all’Urbanistica e ai Trasporti del comune guidato dal sindaco Geremia Biancardi, era un prestanome del clan. De Angelis è accusato di associazione di tipo mafioso. A lui viene ricondotta una delle tre aziende sequestrate.
Il sindaco di Nola ha immediatamente ritirato la delega a De Angelis, nominando un nuovo assessore, e ha espresso “fiducia nel lavoro degli inquirenti”. “Mi auguro che De Angelis saprà chiarire la sua posizione. La vicenda, per altro risalente al 2006, non ha nulla a che vedere con il suo incarico di assessore così come risulta dal verbale della perquisizione effettuata presso il suo ufficio in municipio e che ha avuto esito negativo” dice Biancardi.
Coinvolto anche Giovanni Fabbrocino, 40 anni, figlio del capoclan Mario attualmente in carcere, condannato a due ergastoli. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, aggravate dal metodo mafioso. Sono inoltre state sequestrate le società Gifra srl – che produce e distribuisce calcestruzzo -, la Raf srl – attiva nella produzione di conglomerati cementizi e bituminosi - Gieffe Import Export srl – operante nel settore florovivaistico. Il loro valore è stimato in 5 milioni di euro.
Dalle indagini risulta il condizionamento del libero mercato nel settore del calcestruzzo da parte della camorra vesuviana, imponendo un listino prezzi maggiorato rispetto a quello di altre imprese. Risulta infatti che gli imprenditori fossero costretti ad acquistare da queste tre aziende, sotto minaccia di ritorsioni sia dal punto di vista fisico che patrimoniale.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite dagli uomini della Dia, della Squadra mobile di Napoli e dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli: “Si tratta di un ottimo strumento per mascherare estorsioni attraverso l’imposizione delle forniture, condizionando il libero mercato della domanda e dell’offerta”. Dall’inchiesta emerge che le tre imprese sequestrate hanno permesso di portare avanti l’attività criminale della precedente azienda “La Fortuna” – sequestrata nel 2007 -, di proprietà del capoclan Mario Fabbrocino - attualmente detenuto – che diede il via al monopolio nel settore attraverso il condizionamento con metodi camorristici del libero mercato della domanda e dell’offerta.

LA PISCINA...ALTRO MAGNA MAGNA...E CHE SCHIFO!!!



E mentre hanno iniziato i lavori del secondo lotto per la costruzione, nessuno ci dice che il primo lotto, costato oltre trecentomila euro, non è stato eseguito a regola d'arte.
La piscina sarebbe stata "appoggiata" nel terreno, senza alcuna camicia di cemento. I trecentomila euro a cosa sono serviti allora se c'è solo una vasca ed un rudere che dovrebbe servire da spogliatoi?
Nessuno ci dice niente, né gli amministratori, né l'attuale direttore dei lavori, ing. Pacchiano. Intanto liquidano un anticipo di 16.000 euro alla dita che sta provvedendo a completare il secondo lotto (determinazione 232 del 25 marzo 2015).
Intanto spenderanno altri soldi pubblici per un importo di 163.000 euro.
Anche questo è Saviano.




lunedì 30 marzo 2015

INCENDIO CERERIA. INDAGATI POLITICI ED IMPRENDITORI


Per l'incendio della cereria e di altri stabilimenti in via Polveriera, Comune di Saviano, la procura di Nola, da indiscrezioni ricevute, avrebbe iscritto nel registro degli indagati politici ed imprenditori del nolano. L'Ipotesi per cui la Procura sta lavorando è quella di AVVELENAMENTO DI SOSTANZE ALIMENTARI, in quanto le polveri sottili depositatesi sul terreno, avrebbero contaminato le abbondanti colture che si trovano in zona. La Procura, non contenta delle conclusioni a cui erano giunti i tecnici Arpac, ha fatto eseguire, sulla forte spinta degli attivisti del Forum ambiente area nolana, altre analisi che avrebbero sconfessato quelle dell'Arpac. Nel processo che verrà instaurato, il Forum ambiente area nolana verrà riconosciuto come parte civile.
E' la prima volta che un'associazione viene ammessa ad un processo del genere.
Come qualcuno di voi ricorderà, nel consiglio monotematico tenutosi al comune di Saviano proprio in merito all'incendio, il sindaco Carmine Sommese disse che, pochè si era incendiata della citronella, non vi erano danni per la salute dei cittadini. Il ritornello è sempre lo stesso. Anche in occasione della scoperta della discarica Ardolino disse che non vi erano pericoli per la salute pubblica. Cosi come lo disse anche per il Parco Miccoli. In tutti i casi citati, è stato smentito clamorosamente. Augurandoci che la giustizia faccia il suo corso, restiamo in attesa di sviluppi.

domenica 29 marzo 2015

PEPPINO PIERRO, NON MOLLIAMO

Ho rubato questa foto postata da Diamante Falco affinché i tanti savianesi che hanno riempito la tribuna del Peppino Pierro, non facciano in modo che questa domenica finisca nell'album dei ricordi.
Ho chiesto sempre a gran voce di restituirci il campo sportivo. Oltre a me il Forum per Saviano. Abbiamo presentato denunce, abbiamo chiesto, a gran voce, al sindaco di impegnarsi affinché l'impianto tornasse agli antichi fasti e venisse restituito ai savianesi. Niente da fare.
Oggi, 29 marzo 2015, un sognatore come me, Ciccio Ferrara, si è assunto la responsabilità di aprire le porte del campo. Onore a te Ciccio perché conosco la tua passione, ma conosco anche chi, tra i tuoi colleghi amministratori, ha fatto in modo di non far riaprire il campo sportivo. Sappiamo tutti perché lo stanno facendo: per non mostrare lo scempio che è stato fatto di un impianto che è stato il vanto del nostro paese per lunghissimi anni.
I colpevoli in galera, il campo ai savianesi.
Spero che chi era allo stadio oggi, ci dia una mano per farlo riaprire, visto che anche chi deve indagare sugli abusi si è reso latitante.
Forza Saviano.

sabato 28 marzo 2015

SAVIANO, TRAFFICO CON ORDINE E DISCIPLINA

Via Enrico Manfredi, ore 12 di oggi 28 marzo 2015, traffico impazzito.
Macchine parcheggiate a destra ed a sinistra di fronte al supermercato Ete'. Cinque minuti fermi in attesa di alcune persone che terminavano di fare la spesa. Chiamati i vigili urbani, non ha risposto nessuno.
Gli animi si sono riscaldati ed alcune persone stavano arrivando alle mani. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio.
Se la memoria non mi inganna, tanti anni fa il comune spese bei soldini per approntare un piano traffico. Sempre se la memoria non mi inganna, il piano traffico venne approntato anche con l'apporto  del comandante dei vigili urbani, dott. Salvatore Ambrosino. Quel piano traffico, molto probabilmente, sarà chiuso in qualche cassetto del comando vigili urbani.
Anche questo è Saviano.



TORNA L'ORA LEGALE

Pronti a passare all’ora legale che scatta nella notte tra sabato e domenica. Alle 02,00 del 29 marzo, l’ultima domenica del mese, le lancette dovranno avanzare di un’ora, comportando meno sonno, ma più luce. Un cambio d’ora che può provocare alcune conseguenze, a volte rilevanti, sul nostro organismo. Ecco quali. 

1 - Alterazioni del sonno e stress  
I principali disturbi associati al cambio dell’ora sono alterazioni del sonnostanchezza e difficoltà di concentrazione, che possono dare origine a incidenti sul lavoro e sulle strade, ma in alcune persone si possono manifestare anche stress psicologico e cardiovascolare.  

2 - Il rischio di incidenti stradali  
Il generale deficit di attenzione sarebbe all’origine dell’aumentato numero di incidenti stradali nel lunedì successivo al fine settimana di introduzione dell’ora legale, secondo l’analisi dei dati di 21 anni di incidenti avvenuti negli Stati Uniti. Passato il picco iniziale del lunedì “nero”, l’alto rischio, secondo uno studio canadese, persiste per l’intera settimana successiva, con una crescita del 17%. 

3 - Le persone a rischio  
Le persone che potrebbero maggiormente risentire del cambio dell’ora sono coloro che hanno già una salute cagionevole o sono più vulnerabili, come i pazienti cardiaci e chi ha disturbi del sonno e dell’umore. Le persone in sovrappeso hanno più difficoltà a sincronizzare l’orologio biologico interno con quello esterno. Ad essere più vulnerabile alle conseguenze del cambio dell’ora è anche chi soffre di depressione e disturbi dell’umore. Costoro possono sperimentare un iniziale acuirsi dei sintomi. 

venerdì 27 marzo 2015

ELEZIONI REGIONALI. QUANDO SI VOTA.

Il ministro dell'Interno, Alfano, ha firmato il decreto che fissa la data per le prossime elezioni amministrative, al 31 maggio 2015.
Gli eventuali ballottaggi, si terranno il 14 giugno 2015.

Ad aprile 50mila disabili senza assistenza: per protesta chiudono 35 centri


fonte: ilmattino.it
Il prossimo otto aprile verranno abbassate le saracinesche di trentacinque strutture per la riabilitazione che operano sul territorio regionale. E così un esercito di cinquantamila pazienti - spastici, autistici, ”ictati”, cerebrolesi - resteranno senza assistenza. 
La decisione, clamorosa, è dell’Aias Campania, l’associazione assistenza spastici. La protesta - anticipata in queste ore con volantini e manifesti - trova le sue radici innanzitutto nella riduzione dei volumi delle prestazioni e dei tetti di spesa, nella carenza di tariffe certe delle prestazioni rese ai cittadini con disabilità (quattro i provevdimenti tariffari emessi nel solo 2014), nell’assenza del piano di riconversione dei posti letto da seminconvitto (articolo 26).

Remo Del Genio, leader dell’associazione, spiega: «Chiediamo inoltre l’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato sull’adeguamento dei tetti di spesa. Negli ultimi anni siamo stati anche costretti a licenziare il quindici per cento del personale. E tanti altri lavoratori sono condannati adesso a perderlo. Nel frattempo vantiamo un credito di 230 milioni di euro».
E rilancia il professore Biagio Lubrano, titolare del centro Serapide (quattrordici strutture a Napoli e provincia): «Durante la Giunta Caldoro, vale a dire nel periodo che va dal 2010 al 2014, il settore incaricato dell’assistenza dei cittadini con gravi disabilità ha subìto tagli per sessanta milioni di euro

L’associazione è assistita legalmente dall’avvocato Cetty Saetta (nella foto) che ha partecipato, l’altro giorno, a un infuocato tavolo in Regione con il subcommissario alla Sanità, Morlacco. «Ancora una volta - conclude Saetta - la struttura commissariale rifiuta ogni proposta accordo delle associazioni di categoria».

ABRACADABRA...ANTICA SARTORIA SOMMESE

Ora che i concorsi al comune sono terminati e che l'amministrazione comunale, sotto l'attenta guida del potentissimo sindaco Carmine Sommese, ha sistemato i suoi "pupilli", credo che l'esperienza del dott. IANDOLO, chiamato apposta per gestire le situazioni familiari ed amicali, possa dichiararsi conclusa.
Mandando via IANDOLO, che ha ottemperato a tutti gli ordini impartitigli, il comune, e con esso i cittadini, risparmieranno qualcosa come oltre QUARANTAMILA euro.
Se volevano dare una parvenza di regolarità ai concorsi, chiamando IANDOLO, non ci sono proprio riusciti. Anzi, la cosa è stata ancora più palese e, senza tema di smentita, lo dissi quasi un anno fa che la venuta di IANDOLO nascondeva un trucco che sono ai più sprovveduti e' passato inosservato. 
L'amarezza che rimane, in tutta questa vicenda, e' la rassegnazione e la speranza di racimolare qualche briciola, dei tanti giovani che hanno partecipato ai concorsi.
IL PIATTO E' SERVITO.
Anche questo è Saviano.

COSENTINO E LA CELLA DORATA.


La perquisizione in cella è scattata a sorpresa nel fine settimana. E dopo il ritrovamento di materiale ritenuto sospetto, l’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, detenuto da un anno perché in attesa di giudizio con l’accusa di essere stato il «referente politico nazionale del clan dei Casalesi», è stato trasferito rapidamente dal carcere napoletano di Secondigliano su indicazione dell’autorità giudiziaria. Ora è recluso in un istituto fuori dalla regione Campania.
VERDINI E COSENTINO

La decisione è maturata nell’ambito di una delicata indagine del pool antimafia che vede al momento sotto inchiesta, con l’accusa di corruzione, un agente penitenziario fino a qualche giorno fa in servizio proprio a Secondigliano. Cosentino non è indagato, ma nel fine settimana, per ordine del pm Fabrizio Vanorio e del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, sono scattate alcune perquisizioni, una delle quali nella cella dove fino a ieri era rinchiuso l’ex sottosegretario.

Nel corso dell’accertamento è stato rinvenuto anche materiale che, ipotizzano gli inquirenti, il detenuto non poteva custodire. La difesa potrà eventualmente proporre ricorso al Riesame per ottenerne la restituzione. Il quadro dell’indagine è ancora fluido. Il sospetto della Procura è che, in questi oltre undici mesi di detenzione di Cosentino, la rete di conoscenze e relazioni intrecciata dall’ex parlamentare in tanti anni di attività sul territorio non sia rimasta con le mani in mano, ma anzi si sia mossa allo scopo di non abbandonare il leader ormai caduto in disgrazia.

giovedì 26 marzo 2015

SAVIANO, ARRESTO PER DROGA

Questa mattina agenti del commissariato di Nola hanno tratto in arresto Raffele D'Elia, detto Rafel a pista.
Gli agenti, recatisi nell'abitazione del 28enne a Saviano, hanno rinvenuto nella cantina 8 panetti di hashish per un peso complessivo di 3 chilogrammi.
Dopo le formalità di rito, il D'Elia e' stato associato presso la casa circondariale di Napoli POGGIOREALE e la sostanza stupefacente e' stata sottoposta a sequestro.

NOLA OSTAGGIO DEI PARCHEGGIATORI ABUSIVI

A Nola, ormai, e' impossibile andarci se non hai soldi spiccioli appresso. Ovunque vai, trovi un parcheggiatore abusivo, a volte ci sono intere cooperative formate da mamme, figli, mariti.
Questa foto che ho scattato nei pressi del Tribunale proprio vicino al commissariato di polizia, dimostra che questi individui bloccano anche il traffico per permettere alle persone di parcheggiare. Il parcheggiatore ha preteso che le macchine si fermassero in quanto "l'avvocato" era andato a fare inversione di marcia per potersi parcheggiare. Questa storia e' durata tra i due ed i tre minuti mentre le macchine strombazzavano.
E se poi non paghi, ti trovi la macchina danneggiata. Non c'è posto dove non ne trovi uno, spuntano come funghi.
Mi auguro che anche a Nola le forze dell'ordine si muovano, così come hanno fatto i carabinieri di San Gennaro Vesuviano che hanno denunciato numerose persone.
In fondo si tratta di una vera e propria estorsione.

SAVIANO, CACCIA AL MANIACO

Le forze dell'ordine sono alla caccia del maniaco che, a bordo di un'autovettura grigia, forse una Toyota, si denuda mostrando i genitali alle donne che camminano da sole. I fatti avvengono, prevalentemente, nel primo pomeriggio quando le strade sono pressoché deserte.
L'uomo, dalle prime testimonianze, dovrebbe avere un'età tra i 25 ed i 35 anni.
Le donne che lo hanno incrociato, prese dal panico, non ne hanno saputo indicare esattamente i connotati ne' sono riuscite a descrivere l'autovettura.
Il nostro augurio e' che, quanto prima, venga identificato, per permettergli di curarsi e di evitare di dare fastidio a persone indifese.
Anche questo è Saviano.

mercoledì 25 marzo 2015

Salvatore Notaro 52 anni e Bruno Giugliano, 49 anni arrestati perchè chiedevano il pizzo

NOLA 25 Marzo 2015 Questa mattina la Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Notaro, 52enne di Saviano e Bruno Giugliano, 49enne residente a Piazzolla di Nola(Come in Foto Salvatore Notaro e Bruno Giugliano). L’ordinanza è stata emessa dalla Procura della Repubblica di Napoli e riguarda il reato di tentata estorsione aggravata dall’utilizzo del metodo mafioso. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, lo scorso gennaio i due avrebbero intimidito il responsabile di un cantiere edile di Nola per ottenere il pizzo. Le minacce e le intimidazioni avevano lo scopo di ottenere una tangente per la “messa a posto” dei lavori, una sorta di tassa della camorra imposta ai cantieri del Nolano. Notaro e Giugliano si sarebbero presentati come emissari degli “amici di Piazzolla”, allundendo ad un presunto clan dominante nella frazione nolana. Gli investigatori hanno arrestato i due, già legati- secondo quanto riportato nella nota della Procura- ai clan Ruocco-Di Somma ed al clan Cava. Secondo gli inquirenti Notaro e Giugliano non avrebbero fatto altro che portare avanti le attività criminali che i due clan hanno da sempre effettuato sul territorio di Piazzolla e hinterland, allo scopo di imporre il proprio dominio con le estorsioni, le intimidazioni, i raid.

PER CORRETTEZZA, I RAGAZZI SONO STATI PAGATI OGGI.

Oggi i ragazzi hanno avuto quanto gli spettava.
Mi fa piacere dare questa notizia, anche solo per fare chiarezza su una storia che si stava trascinando da troppo tempo. Non so se siano state le sollecitazioni ricevute o cosa, rimane il fatto che la storia ha avuto un lieto fine.

CAMORRA, IN MANETTE ANCHE UN SAVIANESE

Avrebbero chiesto il "pizzo" ad un cantiere di Nola, presentandosi a nome dgli amici di PIAZZOLLA.
Con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sono finiti in manette Bruno Giugliano, 49enne di San Giuseppe Vesuviano e Salvatore Notaro, 63enne di Saviano.
Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Napoli su ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Gli arrestati sono ritenuti dagli inquirenti, i referenti del clan Ruocco, Somma, Cava.

MAGISTRATI, RAZZA SCHIFOSA.

I viaggi ad Arcore del pm milanese Ferdinando Esposito per incontrare Silvio Berlusconi? Figlio del giudice di Cassazione che poi presiedette il collegio del processo Mediaset per frode fiscale, e nipote dell’ex procuratore generale della Cassazione, il pm «risponde che l’on. Berlusconi gli era stato presentato da Michela Brambilla» (parlamentare di Forza Italia) «e che i viaggi» ad Arcore «avevano a oggetto una possibile entrata in politica», cosa poi non avvenuta.
 «Era un rapporto assolutamente pulito, trasparente con la persona», dice Esposito jr. negli interrogatori ora depositati dai pm di Brescia che gli notificano, a conclusione delle indagini, due ipotesi di «induzione indebita» di un avvocato ex amico, e una di «tentata estorsione» di una dirigente immobiliare. 
Quando il pm Esposito dice «sono andato ad Arcore quattro volte tra il 2009 e il 2013», gli inquirenti bresciani osservano: «L’ultima però forse c’era a Milano anche quel processo pendente che riguardava Berlusconi?». «Esattamente». «E lei non ci aveva visto nulla di sconveniente?». «No, sono stato sicuramente superficiale» ma «io mai e poi mai nella maniera più assoluta ho trattato questioni che avessero a che fare con i processi Ruby e Mediaset». E come doni «ho ricevuto da Berlusconi soltanto piccolissime regalìe d’uso che è solito dare a tutti quando si presentano lì. Cravatte». 
La casa dove in passato a Esposito avevano pagato l’affitto due amici, Stefano Cauduro e prima Claudio Calza, «con cui c’era un rapporto molto stretto, grazie a Calza ho avuto il piacere di conoscere il presidente Cossiga che mi aveva in particolare simpatia». Giudice bresciano: «Allora Esposito, lei dice che stava dal 2009 al 2013 in un appartamento di 32.000 euro all’anno e non aveva pagato una lira, è così?». «Esattamente, però senza mai minacciare né il signor Calza né il signor Cauduro». Giudice: «Sono 120.000 euro di cui lei ha beneficiato per amicizia». Esposito: «Mi sono dato del taccagno, signor giudice». 
Il terzo addebito ipotizzato è «induzione indebita» di un commercialista dal quale il pm si fece fare due prestiti di 5.000 euro in un periodo in cui si era fatto prestare soldi anche da altri per il proprio tenore di vita: il secondo prestito, successivo alla legge Severino, è incriminato perché Esposito accompagnò il commercialista in Procura a proporlo come consulente al suo amico pm Maurizio Ascione (che non gliene diede, e poi anzi fece rapporto su un biglietto di Esposito volto a concordare le versioni).
Brescia: «Le pare possibile che lei si faccia prestare soldi da un consulente e poi lo porti in Procura e dica a un collega “dagli incarichi e poi spartiamo”?». Esposito: «Glielo dissi ridendo, una delle battute sceme che facevo con Ascione, per me un fratello». Brescia: «È vero o no che lei ha tentato di fargli avere un biglietto in cui spiegava cosa avrebbe dovuto dire ai pm di Brescia?». «Una ennesima ingenuità di cui mi vergogno, assolutamente non andava fatto, un gesto proprio inqualificabile e imperdonabile».
E la visita serale a Brescia, quando ancora non era nota l’indagine, nella stessa cella telefonica del procuratore aggiunto bresciano Sandro Raimondi? «Un amico fraterno, gli chiesi consigli e assistenza in ipotesi di difesa da un punto di vista di procedimento disciplinare al Csm». 

ARRESTATI DUE EX SINDACI CORROTTI

La giustizia arriva lenta, ma arriva. Speriamo che arrivi anche a Saviano.
Arrestati stamattina alle sei l'ex sindaco di Gricignano d'Aversa Andrea Lettieri, il sindaco sospeso di Orta di Atella Angelo Brancaccio (entrambi di centrosinistra) e l'imprenditore Sergio Orsi, fratello di Michele ucciso dal clan dei Casalesi nel 2008. Lettieri e Brancaccio, che avevano costituito la società intercomunale Multiservizi, avrebbero tratto vantaggi economici e favori elettorali in cambio di affidamenti illegali di lavori agli imprenditori di camorra. Risulta addirittura che siano stati versati dagli Orsi su conti correnti svizzeri ingenti quantità di denaro per Brancaccio.

Ad eseguire l'operazione, dietro ordinanza del tribunale di Napoli, il commissariato di polizia di Aversa che da molto tempo stava curando l'indagine sulla commistione politica e criminalità organizzata nei comuni di Orta di Atella e Gricignano d' Aversa.

iI pagamento su conti svizzeri da Sergio Orsi a Brancaccio estero su estero è stato eseguito in due tranche per un totale di 330 mila euro. I due sindaci, da quanto emerge, si erano messi "a disposizione".

martedì 24 marzo 2015

MESCHINA CAMPAGNA ELETTORALE

I ragazzi, dopo le promesse di 10 giorni fa, ancora aspettano di essere pagati. Quello che fa più male, però, è che continuano a fare promesse da marinaio.
L'assegno e' arrivato e lo dobbiamo cambiare, questo la settimana scorsa.
Ieri, invece, l'assegno arriva domani e lo cambiamo.
I ragazzi sono molto scettici sul fatto che verranno retribuiti per il lavoro svolto.
Allora io mi chiedo: è giusto approfittarsi di 20 giovani facendo anche campagna elettorale, segnando i nomi facendoli lavorare gratuitamente con la promessa di pagarli? Credo che questa sia una cosa ignobile, messa in atto da persone senza scrupoli che pensano solo al proprio tornaconto personale. A questo punto, visto che l'assessore all'ambiente, impegnatosi in prima persona, non fornisce risposte valide, sarebbe auspicabile un intervento del sindaco in prima persona, anche perché, se la ditta viene meno ai propri doveri ci potrebbe essere la rescissione del contratto. Il fatto poi, è lo ripeto ancora una volta, che una piccola ditta dell'area industriale di Belluno abbia preso l'appalto, fa pensare a chissà quali macchinazioni messe in atto dai politici locali.
Mi auguro che la cosa si risolva al più presto. Anche questo è Saviano.

lunedì 23 marzo 2015

A.S.C. Saviano

Nel 1959 l'Associazione Sportiva Comunale Saviano ottiene l'affiliazione alla F.I.G.C. e da allora per 45 anni si sono disputati altrettanti campionati; si partì dal campionato di lega giovanile giocato nell'anno della sua fondazione.

Una continuita' agonistica che poche altre societa' di calcio dilettantistico e non possono vantare. Sono da sottolineare alcune tappe storiche; nel 1960 vince il primo campionato di lega giovanile, iscrivendosi l'anno dopo al campionato di seconda categoria; nel 1967 viene promossa in prima categoria, ed il 29 Giugno del 1969 vince la prima edizione di Coppa Campania. Nel 1983/84 si tocca il massimo storico con la partecipazione al campionato interregionale, oggi nazionali dilettanti, mentre all'epoca veniva chiamata"Quarta serie". La squadra di "quarta serie" e quella dell'anno precedente, che aveva vinto il campionato di Eccellenza, era formata da menti, cuori e polmoni Savianesi. Infatti militavano in quella squadra calciatori di Saviano tra cui Alfonso Ferrara, portiere che poi successivamente ha avuto nella societa' la carica di direttore sportivo; "Ciccio" Ambrosino, centrocampista che ha avuto la direzione tecnica dei neroverdi per due campionati consecutivi (2002-2004); Vincenzo Ambrosino (fratello di Ciccio); Franco Cerciello (savianese di adozione); Saverio De Sena il quale, insieme al fratello Luigi, ha poi successivamente ricoperto ruoli importanti in societa', e tanti altri del settore giovanile che ruotavano intorno alla squadra maggiore. Oggi a Saviano quella squadra viene ricordata come la squadra di Giovanni Simonelli. Sì, proprio così, Mister Giovanni Simonelli è nato a Saviano e sotto la sua guida tecnica quella squadra ha toccato, anche se' solo per un anno, il punto più alto nella storia del calcio savianese. Il Mister, oppure "ò filosofo" (perchè del calcio nè ha fatto una filosofia anche di vita), ha esordito giovanissimo come portiere nel Saviano Calcio. E' stato l'estremo difensore della Casertana in serie B, e già da calciatore in un periodo di calcio all'italiana (catenaccio-docet), esprimeva e lasciava trasparire il suo amore per un calcio spettacolo. Da allenatore ha scritto prima una pagina di storia per il suo paese, per poi andare ad allenare altrove: Casertana, Nocerina, Paganese, Taranto, Salernitana, Nola, Giulianova, Sangiuseppese, Bisceglie, Pisa, etc, fino ad arrivare ad oggi dove con una squadra senza calciatori illustri, sta facendo con il suo Pescara un'ottima figura in Serie B. Le casacche rigorosamente neroverdi, possibilmente a strisce, la bolgia dei "lupi" è il comunale Peppino Pierro, così intitolato per ricordare un ragazzo cresciuto nelle giovanili del Saviano e scomparso tragicamente nell'estate del 1977 anno in cui doveva iniziare la preparazione al campionato di serie A con il Torino Calcio. Proprio all'interno del Peppino Pierro, da qualche anno (13/04/2003), prima di entrare negli spogliatoi risalta agli occhi di tutti coloro che vi entrano un busto di bronzo con sotto una targa che recita: " Alla memoria del Commendatore Morelli Leonardo": Dall'arte e dalla scienza dei suoni pervenisti come edile alla sinfonia delle costruzioni donando vieppiù stadi sublimi alla natia cittadina veicolati dallo sport che assurse con te Presidente ai fasti dell'Interregionale. Sugli spalti dell'eternità della grata rimembranza, Saviano prega per te con un'ovazione imperitura. Lo stesso Commendatore Morelli che nella segreteria del Peppino Pierro è immortalato in una foto mentre stringe la mano al Presidente della F.I.G.C. Nizzola, ricevendo un premio per benemerenza sportiva.Uomo sempre presente in società fin dalla fondazione della stessa, affiancando i promotori dell'iniziativa di allora, il Prof. Mimì Falco, il Prof. Franco Scolavino e Giuseppe Martino. Ha ricoperto da sempre cariche di spicco in societa', come Presidente e Presidente Onorario. Sacrificava tutto il suo tempo libero per il Saviano, ha fatto grossi sforzi economici e definiva il Saviano il suo figlio maschio, quello che insieme alla moglie Anna, le figlie, i nipoti e i generi completava un quadro familiare perfetto. Oggi, "Morelli Saviano" di Leonardo nato a Saviano nel 1959, deve molto anzi deve la vita al suo papà, al Commendatore, colui che verrà ricordato per sempre da tutti noi Savianesi seduto lì su di un pallone, a bordo campo, a tifare e guardare suo figlio giocare.

sabato 21 marzo 2015

ASSESSORE...I RAGAZZI ASPETTANO ANCORA

Un giorno dite che i vigili non sono stati contenti delle pulizie, come se i vigili fossero deputati a guardare la monnezza nelle strade.
Un giorno dite che il bonifico in banca non è arrivato.
Un giorno dite che è arrivato l'assegno e che deve essere solo cambiato.
I ragazzi, però, ad oggi, non hanno ancora ricevuto un euro per il lavoro svolto nelle notti di domenica e martedì di carnevale.
Non so come finirà questa storia, so solo, però, che qualche ragazzo e' veramente incavolato.
Non parliamo poi del l'impiego di questi ragazzi. Senza un contratto, senza un pezzo di carta straccia, senza aver versato un solo contributo, senza le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Assessore Cappella, mi meraviglio di lei che si è prestato a questo gioco, ricoprendo, lei, una carica pubblica in qualità  di assessore e, non meno importante, la sua carica lavorativa essendo un dipendente ARPAC che si occupa proprio di queste tematiche.
Augurandomi che la questione si risolva al più presto, mi rivolgo ai giovani, a quelli un po' più esagitati, ad aspettare l'inizio della prossima settimana per poi intraprendere le azioni nelle sedi opportune.
Anche questo è Saviano.

Volantino: Ora si raccontano le tresche di Saviano,

Ormai è una moda, e dopo il volantino che ha sconvolto Piazzolla di Nola e che ha accusato venti tra mogli e mariti di tradire i propri coniugi, giunge adesso una versione “personalizzata”, un foglio che sta girando tra Saviano, San Giuseppe Vesuviano e Striano. L’anonimo “avvisa” un parrucchiere di Saviano, la cui moglie, una donna originaria di San Giuseppe Vesuviano, tradirebbe l’uomo con un professionista di Striano. E giù con accuse durissime e gravissime invettive. Insomma, una triste abitudine che sta diventando davvero orrenda e che naturalmente fa configurare il reato di diffamazione e calunnia.
Fonte: http://www.ilfattovesuviano.it

giovedì 19 marzo 2015

INCENDIO CERERIA. LE BUGIE DEL SINDACO SOMMESE.


Domenica 14 Luglio 2013 nell’Area PIP di Saviano, al confine con il comune di Nola, si è sviluppato un incendio di enormi proporzioni. L'incendio ha richiesto l'intervento sul posto di 16 squadre dei Vigili del Fuoco con oltre 50 uomini, mezzi speciali e supporto aereo.
Distrutto il capannone industriale sede delle seguenti 8 aziende: Cereria Nappi Carlo (produzione e lavorazione delle cere); United States Business S.r.l (generazione di cartucce di toner); M.T. - Gaya S.r.l. (lavorazione infissi); Idrotubi S.p.A. (commercio di tubi); Sielte S.p.A. (deposito di materiali elettronici); Associazione Villaggio Creativo(studio fotografico); Tirrenia Logistica (deposito di merci varie); Alba Dolciaria S.r.l. (uffici azienda dolciaria Basile). Risultano gravemente danneggiati dall’incendio le aziende: Cereria Nappi Carlo, United States Business S.r.l, M.T. - Gaya S.r.l; Idrotubi S.p.A. e Sielte S.p.A. (deposito di materiali elettronici).
Questi i fatti. 
Queste, invece, le parole del Sindaco di Saviano, Medico e Oncologo, Carmine Sommese rilasciate il 15 luglio: "L'Arpac ci ha assicurato che essendosi incendiate citronella ed altri prodotti per fare le candele, non ci sono rischi per la popolazione né ci sono state ricadute nei campi intorno". Anzi, il sindaco Sommese, durante il consiglio comunale monotematico sulla vicenda, si mostrò molto meravigliato arrivando ad affermare che lui nemmeno sapeva dell'esistenza di questi stabilimenti nel comune di Saviano.
Data la gravità di tali dichiarazioni, in evidente contraddizione con l’Arpac dove nelle relazioni del 15 e 16 luglio non parla mai di analisi del suolo, il gruppo Rifiutarsi e l’associazione Città Viva appoggiano e condividono l’iniziativa dell’associazione La Terra dei Fuochi e invita a fare altrettanto alle associazioni del nolano come il ForumAmbiente Area Nolana, Forum Per Saviano, RiZe Up, Lista Civica Tufino, FrasTuono e tutte le altre associazioni e comitati interessati.
È' di questi giorni, invece, che la Procura di Nola sta indagando per il reato di adulterazione colposa su sostanze alimentari (art. 440 del,codice penale) Le figure istituzionali che dovranno risponderne a vario titolo, sono diverse. Per le ditte si configura, invece, la mancanza dei requisiti antincendio.
Il Forum ambiente area nolana, è la prima associazione ad aver sollecitato l'indagine e ad essere ammessa come parte civile nel processo che si terrà.

Ancora una volta, il sindaco Sommese ha toppato.

VOLANTINI DI PIAZZOLLA, CONTINUA L'ACCANIMENTO MEDIATICO


La lista che svela i tradimenti: volantini e
vergogna nel paese delle 'corna in piazza'
Giovedì 19 Marzo 2015, 09:39
di Paolo Barbuto
PIAZZOLLA DI NOLA - C’è la cinquantenne parrucchierata e truccatissima che lancia sguardi infuocati di rabbia, poi ci sono il commerciante pacioso che prova a difendere tutti, il cameriere gentile che si emoziona per la popolarità, il maresciallo preoccupato perché la quiete è stata cancellata in una sola notte. E poi c’è il paese, una lunga strada, deserta, con tutti gli scuretti socchiusi per spiare da dietro la finestra senza essere visti, con la chiesa nuova, smisurata, dove i giganteschi portoni sono sprangati nella controra, con un camion che passa ogni tanto e regala l’unico segnale di vita. Che romanzo sarebbe... Ma non è un romanzo, è vita vera, reale: è la vita di Piazzolla di Nola, 4.500 abitanti che da due giorni sono travolti da una indesiderata popolarità. È accaduto che durante una notte di pioggia, qualcuno è andato in ogni angolo della frazione e ha diffuso centinaia (alcuni dicono migliaia) di fogli ben compitati, scritti al computer. Quei fogli raccontano, in venti capitoli e con puntualità agghiacciante, le storie di corna, tradimenti, triangoli, incroci, trans.

LUPI ED IL SILENZIO DI RENZI

1. UN MINISTRO AVVITATO ALLA POLTRONA E L’INCONSUETO SILENZIO DEL PREMIER SPACCONE - 2. UN IMPORTANTE MINISTRO DEL SUO GOVERNO È DA DUE GIORNI SULLA GRATICOLA PER I FAVORI CHE RICEVEVA DALLA BANDA DELLE INFRASTRUTTURE E RENZI TACE OSTINATO, NELLA SPERANZA CHE LO SCANDALO SI RISOLVA DA SOLO. NESSUNA PAROLA, NEPPURE UN TWITTINO.

Maurizio Lupi dovrebbe dimettersi, nelle intenzioni di Renzi, e sgombrare così il campo da un caso imbarazzante, che sembra fatto apposta per dar ragione ai magistrati che lo accusano di preferire loro i corrotti.
 Ma il ministro ciellino è un osso duro, sa che senza il suo partito il governo non sta in piedi e intende resistere. Addirittura pare che Renzi sia intenzionato ad affrontare il voto sulla mozione di sfiducia individuale lasciando libertà di scelta al suo partito. 
Magari oggi Renzi smentirà tutti e finalmente aprirà bocca, ma intanto colpisce l’inconsueto silenzio del premier spaccone, il leader che chiedeva con forza le dimissioni del ministro Cancellieri quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta. Forse è proprio questo quello che conta: la morale di Renzi varia a seconda di chi è al governo. Se ci sta lui, meglio il silenzio e provare a tirar dritto. Renzi sta sereno come un pesce in barile. 
5. UN MINISTRO AVVITATO ALLA POLTRONA
Maurizio Lupi resiste e dice che il governo lo appoggia. Lo appoggia, ma in silenzio. Secondo il Corriere, qualcosa rischia: “Renzi insiste sull’addio: se si arriva alla mozione non è detto che ti difenda. Il premier chiede il passo indietro. E pensa all’interim. L’idea di fare un repulisti nel dicastero. A Ncd andrebbero gli Affari regionali” (p. 19). Per Repubblica “Renzi valuta la sfiducia. ‘Se non si dimette lascerò libertà di voto’” (p. 20). Idem sul Giornale: “Ultimatum di Renzi: ‘Se resti al tuo posto non garantirò per te”.




UGO SPOSETTI E GIANNI LETTA “Lupi family, non basta il figlio. Pure la moglie viaggia a sbafo. Il ministro prova a resistere fino a domani: ‘Non mi dimetto, il governo è con me’. Nelle intercettazioni la prova che raccomandò l’erede e accettava favori e voli gratis per sé e consorte”. 

SPOSETTI
Il Corriere racconta l’edificante storia di monsignor Francesco Gioia, che per sdebitarsi di un posto di lavoro per il nipote si mette a disposizione e chiede voti per il ministro Nell’occhio del ciclone anche l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, beccato a fare raccomandazioni. Lui si difende così: “E’ vero, segnalai due persone. Chi è in difficoltà va aiutato. Se fossi cattolico la chiamerei opera buona” (Stampa, p. 14). Intanto Incalza, nel suo primo interrogatorio con i pm, ha difeso Lupi dicendo che con lui ha avuto solo rapporti istituzionali (Messaggero, p. 13). 


MARCO E GIOVANNI...PERCHÉ?



Marco Ragosta era un ragazzo, un bel ragazzo di 22 anni che voleva e doveva godersi la vita. Un destino crudele, ha stroncato le sue giovani speranze. Dopo aver lavorato a Saviano, stava facendo ritorno a casa sua, a Somma Vesuviana, dove lo aspettava la sua famiglia. Il destino, però, ha volto che una fredda sera di marzo, Marco non arrivasse più dai suoi cari. Il destino, il caso, la fatalità, lo ha messo di fronte ad un'altra brava persona, Giovanni Mallardi, un settantenne di Saviano. Giovanni stava rientrando a casa sua, mentre Marco arrivava a bordo del suo scooter. Le loro vite si sono incontrate per un istante e quell'istante e' stato fatale ad entrambi. Marco ha perso la vita e, sicuramente, con lui l'ha persa anche Giovanni che dovrà portare questo macigno sulla coscienza per il resto dei suoi giorni.
Adesso il corpo di Marco riposa in una fredda stanza di un obitorio, in attesa dell'autopsia. I suoi cari aspettano che il corpo venga restituito alla famiglia. Non c'è tragedia peggiore che sopravvivere ai propri figli.
Marco, riposa in pace. Noi tutti, quelli che ti conoscevano e quelli che non ti hanno conosciuto, ti vogliamo bene.

mercoledì 18 marzo 2015

MORTE A SAVIANO.MARCO RAGOSTA E GIOVANNI MALLARDI, DUE VITE DISTRUTTE

Un destino crudele ha distrutto la vita di un ragazzo di  22 anni Marco Ragosta. Un destino avverso a due persone. Il conducente dell'auto vettura ed il conducente dello scooter . L'incidente è avvenuto tra la Fiat Panda, guidata da Giovanni Mallardi, di anni 70. Il Mallardi stava rientrando a casa, che si trova proprio dove è avvenuto l'incidente in via Tappia Furignano. Marco Ragosta rientrava a casa a Somma Vesuviana, a bordo del suo scooter dopo aver lavorato presso la Caccavale GROUP di Mario Caccavale, sita in via Palatone di Saviano. Una tragica fatalità dovuta, con molta probabilità, ad imperizia ed imprudenza. Le indagini sono affidate alla Stazione Carabinieri di Saviano, agli ordini del maresciallo Femiano, con la collaborazione della Compagnia Carabinieri di Nola, guidata dal Maggiore Michele Capurso.
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Addio Marco Ragosta 22 anni morto in un terribile incidente a Saviano

Saviano 18 Marzo 2015 Tragico impatto a Saviano in via tappia furignano tra una Panda ed uno scooter. A terra un giovane di 22 anni di nome Marco Ragosta morto sul colpo nonostante il casco. Il ragazzo sarebbe originario di Somma Vesuviana e lavorava a Saviano da Caccavale Group in via palatone. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della Compagnia di Nola diretti dal maggiore Michele Capurso, che hanno subito avviato le indagini per chiarire la dinamica dell'incidente.
L'auto era guidata da un Savianese Giovanni Mallardo
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Chi era Marco Ragosta

TRAGICO INCIDENTE STRADALE A SAVIANO

Questa sera una giovane vita e' stata spezzata in via Tappia Furignano. Un giovane, di cui non rendiamo noto il nome essendo le notizie ancora frammentarie, poco più che ventenne, ha perso la vita a seguito di un incidente stradale mentre era a bordo del proprio motociclo. L'incidente si è verificato per cause in corso di accertamenti da parte dei carabinieri intervenuti sul posto.
Nome del ragazzo morto Marco Ragosta continua a Leggere
La Dinamica dell'incidente Continua a Leggere


3 MILIONI DI PRESENZA A NAPOLI, PER IL PAPA

Il Papa a Napoli, attesi in 3 milioni

Campania.
Numeri da grande evento quelli che caratterizzeranno la visita di Papa Francesco sabato a Napoli, dove ad attenderlo saranno, secondo le previsioni, più di tre milioni di fedeli. Per loro in campo 1500 volontari, tutti reclutati attraverso i social network.
 (ANSA)

ATTACCO ISIS A TUNISI. COINVOLTI ITALIANI.

Attacco jihadista al Museo del Bardo a Tunisi, dove 18 persone sono rimaste uccise. Tra loro, secondo quanto riferito da Al Jazeera, ci sarebbero anche due italiani. Otto concittadini sarebbero rimasti feriti, mentre 2 sono quelli confermati dall’unità di crisi della Farnesina. Tutto è cominciato in tarda mattinata, quando tre miliziani “pesantemente armati” e in uniforme militare hanno aperto il fuoco nei pressi delParlamento, che è stato evacuato, e poi si sono rifugiati nel museo, che sorge nelle vicinanze, prendendo in ostaggio tra i 20 e i 30 turisti stranieri, tra i quali alcuni bambini. Il portavoce del ministero dell’Interno della Tunisia, Mohamed Ali Aroui, ha confermato la morte di 8 persone, di cui 7 turisti  – la cui nazionalità è in corso di accertamento – e un tunisino. Dopo l’attacco e l’evacuazione dei turisti all’interno dell’edificio, è scattato il blitz della polizia. E al termine delle le operazioni delle forze speciali antiterrorismo, secondo fonti di sicurezza tunisine citate dalla radio locale BusinessNews.com, i morti sono 18 e tre i terroristi uccisi
La dinamica – Prima di entrare nell’edificio, secondo fonti locali, i tre attentatori avrebbero aperto il fuoco contro un pullman. Secondo media tunisini, jihadisti affiliati allo Stato Islamico avrebbero rivendicato l’attentato. Uno dei presunti responsabili dell’attacco è stato arrestato mentre gli altri due sono circondati in edifici che appartengono al Parlamento. Lo riferiscono a Efe fonti della sicurezza, precisando che l’arrestato è uno studente di 22 anni.
Nell’attentato sono rimasti coinvolti anche turisti italiani, passeggeri della nave Costa Fascinosa. Un fotoreporter locale, poco dopo l’attacco, ha fatto sapere che “tra gli 8 morti ci sono spagnoli, inglesi, francesi e italiani”. I connazionali rimasti uccisi sarebbero due secondo quanto riferisce Carolina Bottari, 54 anni, turista torinese rimasta coinvolta nei fatti. “Eravamo una comitiva di una cinquantina di persone. Qui nella stanza siamo in sei italiani, di là nello stanzone sono molti di più. Due persone sono morte. Altre tre sono rimaste ferite”. La donna fa parte di un gruppo di dipendenti del Comune di Torino ed è impiegata presso l’ufficio Patrimonio dell’amministrazione comunale.
Secondo una prima ricostruzione, i tre terroristi, hanno tentato di entrare nel palazzo dell’Assemblea nazionale, ma la guardia di Sicurezza della Camera si è accorta che i tre uomini in uniforme non avevano armi regolari hanno chiesto di deporle. Da lì la sparatoria che ha indotto i terroristi a rifugiarsi nel vicino museo del Bardo, e a sequestrare un gruppo di turisti che si trovavano nelle sale. In quel momento, secondo l’emittente privata locale Radio Mosaïque FM, nell’edificio erano presenti circa 200 turisti.
Una persona è rimasta ferita nel corso dell’attacco al Parlamento, ha spiegato il portavoce del ministero degli Interni Mohamed Ali Laroui, ed è stata trasportata in ospedale.
La deputata Sayida Ounissi ha invece scritto su Twitter che, durante l’attacco, “oltre ai membri del Parlamento, all’interno di erano il ministro della Giustizia, alcuni giudici e diversi ufficiali dell’esercito di alto grado”. Ounissi ha quindi detto che c’è una grande situazione di panico e aggiunto che “il quartiere è stato isolato. C’è un uomo armato, probabilmente altri nella zona museale, c’è stato uno scontro a fuoco e probabilmente degli ostaggi”.
Solo martedì il governo tunisino rassicurava: “La Tunisia è un Paese sicuro che può essere visitato tranquillamente”. Era il messaggio che la ministra del Turismo tunisino, Selma Ellouni Rekik, lanciava ai visitatori stranieri, smentendo notizie allarmistiche e falsi video circolati sul web circa presunti rischi legati al terrorismo islamico: “Certamente la situazione in Libia non ci aiuta, come avviene sempre quando ci sono problemi in paesi vicini, ma le nostre frontiere sono assolutamente impermeabili a qualunque tentativo di infiltrazione. Non c’è nessun problema di sicurezza in Tunisia, è tutto sotto controllo”.

AGENZIA DELLE ENTRATE, NUOVO SCANDALO

Centinaia di dirigenti nominati illegittimamente. In ruoli di primo piano alla testa delle agenzie delle Entrate, delle Dogane e del territorio. In pratica il cuore del macchina fiscale italiana. Adesso decapitata da una sentenza della Corte costitituzionale. Una questione che si trascina da anni. Nonostante fosse stata sollevata più di una volta con ripetute interrogazioni parlamentari. Alla fine c’è voluta una pronuncia della Consulta per ribadire che i dirigenti della pubblica amministrazione vanno selezionati esclusivamente per concorso, anche nel caso di promozione di dipendenti già in servizio. In pratica, i giudici hanno dichiarato illegittima la norma che autorizzava le tre agenzie ad attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con «contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata è fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante tramite concorso». Una decisione che adesso rischia di creare grandi grattacapi al ministero dell’Economia e delle finanze (Mef). Con un aspetto curioso. Che il grande accusatore di questo andazzo, Enrico Zanetti, che negli anni scorsi come semplice parlamentare, attraverso dichiarazioni e interrogazioni, aveva denunciato l’irregolarità delle nomine, adesso siede come sottosegretario del governo di Matteo Renzi proprio ai vertici del Mef.
SENZA APPELLO. Ma andiamo con ordine.  La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata nel corso di un giudizio riunito avente ad oggetto tre ricorsi in appello, proposti dall’Agenzia delle entrate, per la riforma di altrettante sentenze proprio del Tar del Lazio. Il giudice di primo grado «aveva ritenuto che la norma regolamentare attuasse un conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti privi della relativa qualifica» in «palese violazione» con le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. E per questo aveva annullato le nomine. Ma prima della definizione dell’appello dinanzi al Consiglio di Stato, nel 2012, un decreto del governo di Mario Monti aveva tentato di sanare gli incarichi dirigenziali nel frattempo attribuiti senza concorso. Una norma rispetto alla quale i giudici amministrativi di secondo grado hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale. E che, secondo quelli della Consulta che l’hanno accolta, «ha contribuito all’indefinito protrarsi nel tempo di un’assegnazione asseritamente temporanea di mansioni superiori, senza provvedere alla copertura dei posti dirigenziali vacanti da parte dei vincitori di una procedura concorsuale aperta e pubblica». Non solo. Sono state dichiarate incostituzionali anche le successive proroghe degli incarichi che «fanno corpo con la norma impugnata, producendo unitamente ad essa effetti lesivi, ed anzi aggravandoli».
COME VOLEVASI DIMOSTRARE Eppure, come detto, la questione era già stata sollevata ripetutamente dall’allora deputato  Zanetti, ironia della sorte proprio di Scelta civica, il movimento fondato  da Mario Monti, premier del governo che ha dato vita alla norma cassata dalla Corte Costituzionale. La prima volta con un’interrogazione del 26 novembre 2013 al ministro dell’Economia in cui Zanetti, oltre alla «paventata illegittimità» delle nomine ed alla «deprecabile violazione delle norme in materia di pubblico impiego e pari opportunità nelle progressioni di carriera dei funzionari», pone l’accento su un’altra delicatissima questione che, a suo avviso, potrebbe mettere «a rischio anche il gettito erariale». Perché «gran parte degli avvisi inviati dall’Agenzia delle entrate e, a cascata, delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia potrebbero risultare nulli, ove i primi risultassero firmati da dirigenti privi della relativa qualifica in quanto illegittimamente nominati». Ma la risposta del governo costringe Zanetti a rimettere mano a carta e penna per scrivere una seconda interrogazione, meno di un mese dopo. Obiettando che «in data 27 novembre 2013, il sottosegretario Baretta forniva una dettagliata risposta scritta di ben otto pagine che però, già nel suo secondo paragrafo, esplicitava la provenienza della medesima con la locuzione: «Al riguardo l’Agenzia delle entrate riferisce quanto segue». Insomma, secondo Zanetti, l’intera risposta del ministero dell’Economia conteneva «la mera trasposizione dei fatti e delle considerazioni esposte dall’Agenzia delle entrate», ossia l’ente oggetto dell’interrogazione, «senza alcuna apparente valutazione da parte del ministero».
DIRIGENTI ILLEGITTIMI, ATTI NULLI Una sentenza, quella della Consulta, dagli effetti potenzialmente imprevedibili. E che lascia aperto un interrogativo: quale sarà il destino degli atti posti in essere dai dirigenti illegittimamente nominati? Domanda non secondaria se si tiene conto dell’estensione della pratica cassata dalla Corte. In un’altra interrogazione del gennaio 2014, è sempre  Zanetti, richiamando una sentenza del Tar del Lazio del 2011, a parlare di «ben 767 funzionari su 1.143 totali», quindi più della metà, «nominati in modo illegittimo». Ed è lo stesso Zanetti, sentito da ilfattoquotidiano.it, ad ammettere oggi che quello della validità degli atti firmati da dirigenti illegittimi «è un tema non infondato da valutare attentamente». Insomma un bel guaio. «C’è stata un po’ di sottovalutazione del problema che io avevo posto già diverso tempo fa – spiega il sottosegretario all’Economia –. Non ho mai fatto mistero che la vera riforma consiste nel rimodulare la macchina fiscale». Perché, per dirla ancora con le sue parole, oggi c’è «uno sbilanciamento eccessivo a favore delle agenzie che dovrebbero invece essere braccio operativo del Mef, in capo al quale vanno concentrate tutte le funzioni legislative, di interpretazione normativa, di controllo e di audit».
INDIPENDENZA A RISCHIO Poi c’è un’altra questione. Quella degli effetti che le nomine bocciate dalla Consulta hanno e possono determinare all’interno dell’amministrazione. «La gestione prolungata e non provvisoria, come sottolinea la Corte Costituzionale, di incarichi a tempo determinato e su mandato fiduciario, di fatto da parte della dirigenza apicale, si ripercuote negativamente sulla stessa agenzia – argomenta Zanetti –. Si parla spesso della necessità che i dirigenti siano indipendentidalla politica, ma non si parla affatto della necessità che quegli stessi dirigenti siano indipendenti anche rispetto alle loro dirigenze apicali. Perché se a livello intermedio dipendi da un dirigente apicale a cui devi la tua nomina, è chiaro che tutto diventa meno trasparente». Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere. «Chissà che questa sentenza – conclude Zanetti – non ci dia almeno l’occasione per mettere veramente mano ad un riassetto della macchina fiscale italiana».

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