mercoledì 25 febbraio 2015

ANTONIO CICCONE, LA NOSTRA STORIA.


FONTE: www.conteanolana.it

CICCONE ANTONIO 
Nacque a Saviano e - da Nicola e Nicoletta Faiello il 7 febbraio 1808. I genitori appena compiuti gli studi primari lo affidarono ai Padri del Seminario Vescovile di Nola, dove il giovane, studiando con zelo, con il suo acuto ingegno mirava a più alti orizzonti, più che diventare sacerdote.
Si laurea nel 1829, a solo 21 anni, in medicina presso l'Ateneo napoletano, ed è subito accolto tra i medici dell’Ospedale degli Incurabili; ma una noiosa malattia lo tiene lontano da Napoli fino al 1832, quando torna al suo paese natio.
Infatti ristabilitosi completamente, riprende gli studi che aveva interrotto divenendo in breve, un medico di chiara fama.
Nel 1844 e' nominato Socio dell’Accademia Medico-chirurgica ed il 12 febbraio 1845,a solo 37 anni, in seguito a concorso viene insediato nella Università di Napoli e Professore della II Cattedra di Medicina Pratico - Pubblica.
Una dopo l’altra interessante pubblicazioni vengono alla luce: 
  • E’ egli vero che ogni suicida è un folle? .
  • La responsabilità dei medici fatti dipendenti dall’esercizio della loro professione.
  • Questioni di Medicina Forense.
  • Istituzioni di Patologia Chirurgica.
  • Cura dell’aneorisma. Ed ancora altri.
Intanto siamo nel 1848 e sono indette le elezioni, Antonio Ciccone viene eletto, con votazione plebiscitaria, quale Deputato del Collegio di Nola, nella Camera Napoletana.
Di questa Assemblea, composta da 164 Deputati, è Presidente Domenico Capitelli, al posto di uno dei Segretari è prescelto Antonio Ciccone: ma nella giornata del 15 maggio 1848, invece della Seduta Parlamentare, si hanno Moti e barricate, e potè dirsi tramontata di fatto la Costituzione. Il 16 maggio fa sciolta la Camera, e la riapertura del Parlamento, fissata per il I Luglio, ebbe vita breve e burrascosa, poiché il Re Borbone sciolse di nuovo la Camera il 13 luglio, e molti Deputati furono arrestati, esiliati e perseguitati dalla polizia Borbonica a anche Antonio Ciccone scelse la via dell’esilio.
In Francia a Parigi, da alle stampe, altri opuscoli tra i quali:
  • La coltivazione del gelso.
  • Un libro (in francese) sui danni del moscardino (topo di campagna), che gli valse la Medaglia d’Oro, dall’Imperiale Società di Agricoltura di Parigi.
Ma l’aria di Parigi non giova al Ciccone, perciò lascia la Capitale e va a Torino, dove apprende di essere stato condannato a morte dalla Gran Corte speciale di Ferdinando II.
Intanto il 7 settembre 1860 - Garibaldi entrava in Napoli - ed Antonio Ciccone insieme ad altri esuli può far ritorno in Patria ed eletto subito, quale Liberale di destra – DEPUTATO DI NOLA – il 27 gennaio 1861 ma nel 1863, i suoi elettori per oscure ragioni, non lo rieleggono preferendogli l’industriale di Cimitile ,Michele Rossi. Il 28 marzo 1865 - il Collegio di Potenza – riconoscendo i grandi meriti del Ciccone, lo eleggeva quale proprio rappresentante. Il 23 ottobre 1868 - Antonio Ciccone - veniva chiamato da Minghetti, a far parte del Gabinetto, quale Ministro dell’Agricoltura – Industria – Commercio, nel II Gabinetto Menabrea. Come primo atto, egli decreta l’istituzione della R. Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, e subito dopo, l’Esposizioni Commerciali Marittima a Napoli, aperta nel 1870.
Il 13 maggio 1869, lascia il potere, e l’anno dopo, nominato Senatore del Regno (il 6/2/1870),o ritorna in tal modo ai suoi studi preferiti, all’insegnamento ed alla pubblicazione di importanti Testi, a pro delle Scienze Sociali – Economiche: 
  • Principi di economia politica edito da Jovene – Napoli – 1874.
  • Emancipazione della donna – Stamperia dell’Università – 1878.
Altre opere avrebbe ancora pubblicato, se la morte non avesse troncato la sua esistenza il 2 maggio 1893 – nella sua casa a Capodimonte – a Napoli, sebbene volle esser sepolto nel suo paese natio. L’Amministrazione Comunale di Saviano dell’Avv. Giacomo Caliendo, nel marzo del 1922, decideva di intitolare una Via ed una Piazza del Paese all’Illustre Uomo politico e di scienze, e deliberava inoltre di murare una lapide marmorea nella casa nativa, il 17 giugno 1923. L’epigrafe fu dettata dall’Avv. Adolfo Musco. Nel 1993, il Comune di Saviano, nei giorni 2-3-4 maggio, indisse una Manifestazione Commemorativa, in onore di Antonio Ciccone, per il I Centenario della sua morte: cerimonia iniziata con lo scoprimento di una lapide, nel Comune, in ricordo dell’illustre Concittadino.

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