Attacco jihadista al Museo del Bardo a Tunisi, dove 18 persone sono rimaste uccise. Tra loro, secondo quanto riferito da Al Jazeera, ci sarebbero anche due italiani. Otto concittadini sarebbero rimasti feriti, mentre 2 sono quelli confermati dall’unità di crisi della Farnesina. Tutto è cominciato in tarda mattinata, quando tre miliziani “pesantemente armati” e in uniforme militare hanno aperto il fuoco nei pressi delParlamento, che è stato evacuato, e poi si sono rifugiati nel museo, che sorge nelle vicinanze, prendendo in ostaggio tra i 20 e i 30 turisti stranieri, tra i quali alcuni bambini. Il portavoce del ministero dell’Interno della Tunisia, Mohamed Ali Aroui, ha confermato la morte di 8 persone, di cui 7 turisti – la cui nazionalità è in corso di accertamento – e un tunisino. Dopo l’attacco e l’evacuazione dei turisti all’interno dell’edificio, è scattato il blitz della polizia. E al termine delle le operazioni delle forze speciali antiterrorismo, secondo fonti di sicurezza tunisine citate dalla radio locale BusinessNews.com, i morti sono 18 e tre i terroristi uccisi.
La dinamica – Prima di entrare nell’edificio, secondo fonti locali, i tre attentatori avrebbero aperto il fuoco contro un pullman. Secondo media tunisini, jihadisti affiliati allo Stato Islamico avrebbero rivendicato l’attentato. Uno dei presunti responsabili dell’attacco è stato arrestato mentre gli altri due sono circondati in edifici che appartengono al Parlamento. Lo riferiscono a Efe fonti della sicurezza, precisando che l’arrestato è uno studente di 22 anni.
Nell’attentato sono rimasti coinvolti anche turisti italiani, passeggeri della nave Costa Fascinosa. Un fotoreporter locale, poco dopo l’attacco, ha fatto sapere che “tra gli 8 morti ci sono spagnoli, inglesi, francesi e italiani”. I connazionali rimasti uccisi sarebbero due secondo quanto riferisce Carolina Bottari, 54 anni, turista torinese rimasta coinvolta nei fatti. “Eravamo una comitiva di una cinquantina di persone. Qui nella stanza siamo in sei italiani, di là nello stanzone sono molti di più. Due persone sono morte. Altre tre sono rimaste ferite”. La donna fa parte di un gruppo di dipendenti del Comune di Torino ed è impiegata presso l’ufficio Patrimonio dell’amministrazione comunale.
Secondo una prima ricostruzione, i tre terroristi, hanno tentato di entrare nel palazzo dell’Assemblea nazionale, ma la guardia di Sicurezza della Camera si è accorta che i tre uomini in uniforme non avevano armi regolari hanno chiesto di deporle. Da lì la sparatoria che ha indotto i terroristi a rifugiarsi nel vicino museo del Bardo, e a sequestrare un gruppo di turisti che si trovavano nelle sale. In quel momento, secondo l’emittente privata locale Radio Mosaïque FM, nell’edificio erano presenti circa 200 turisti.
Una persona è rimasta ferita nel corso dell’attacco al Parlamento, ha spiegato il portavoce del ministero degli Interni Mohamed Ali Laroui, ed è stata trasportata in ospedale.
La deputata Sayida Ounissi ha invece scritto su Twitter che, durante l’attacco, “oltre ai membri del Parlamento, all’interno di erano il ministro della Giustizia, alcuni giudici e diversi ufficiali dell’esercito di alto grado”. Ounissi ha quindi detto che c’è una grande situazione di panico e aggiunto che “il quartiere è stato isolato. C’è un uomo armato, probabilmente altri nella zona museale, c’è stato uno scontro a fuoco e probabilmente degli ostaggi”.
Solo martedì il governo tunisino rassicurava: “La Tunisia è un Paese sicuro che può essere visitato tranquillamente”. Era il messaggio che la ministra del Turismo tunisino, Selma Ellouni Rekik, lanciava ai visitatori stranieri, smentendo notizie allarmistiche e falsi video circolati sul web circa presunti rischi legati al terrorismo islamico: “Certamente la situazione in Libia non ci aiuta, come avviene sempre quando ci sono problemi in paesi vicini, ma le nostre frontiere sono assolutamente impermeabili a qualunque tentativo di infiltrazione. Non c’è nessun problema di sicurezza in Tunisia, è tutto sotto controllo”.
0 commenti:
Posta un commento