martedì 31 marzo 2015
CAMORRA E POLITICA...NIENTE DI NUOVO
LA PISCINA...ALTRO MAGNA MAGNA...E CHE SCHIFO!!!
lunedì 30 marzo 2015
INCENDIO CERERIA. INDAGATI POLITICI ED IMPRENDITORI
domenica 29 marzo 2015
PEPPINO PIERRO, NON MOLLIAMO
sabato 28 marzo 2015
SAVIANO, TRAFFICO CON ORDINE E DISCIPLINA
TORNA L'ORA LEGALE
venerdì 27 marzo 2015
Ad aprile 50mila disabili senza assistenza: per protesta chiudono 35 centri
ABRACADABRA...ANTICA SARTORIA SOMMESE
COSENTINO E LA CELLA DORATA.
giovedì 26 marzo 2015
SAVIANO, ARRESTO PER DROGA
NOLA OSTAGGIO DEI PARCHEGGIATORI ABUSIVI
SAVIANO, CACCIA AL MANIACO
mercoledì 25 marzo 2015
Salvatore Notaro 52 anni e Bruno Giugliano, 49 anni arrestati perchè chiedevano il pizzo
CAMORRA, IN MANETTE ANCHE UN SAVIANESE
Avrebbero chiesto il "pizzo" ad un cantiere di Nola, presentandosi a nome dgli amici di PIAZZOLLA.
Con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sono finiti in manette Bruno Giugliano, 49enne di San Giuseppe Vesuviano e Salvatore Notaro, 63enne di Saviano.
Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Napoli su ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Gli arrestati sono ritenuti dagli inquirenti, i referenti del clan Ruocco, Somma, Cava.
MAGISTRATI, RAZZA SCHIFOSA.
ARRESTATI DUE EX SINDACI CORROTTI
martedì 24 marzo 2015
MESCHINA CAMPAGNA ELETTORALE
lunedì 23 marzo 2015
sabato 21 marzo 2015
ASSESSORE...I RAGAZZI ASPETTANO ANCORA
Volantino: Ora si raccontano le tresche di Saviano,
giovedì 19 marzo 2015
INCENDIO CERERIA. LE BUGIE DEL SINDACO SOMMESE.
LUPI ED IL SILENZIO DI RENZI
1. UN MINISTRO AVVITATO ALLA POLTRONA E L’INCONSUETO SILENZIO DEL PREMIER SPACCONE - 2. UN IMPORTANTE MINISTRO DEL SUO GOVERNO È DA DUE GIORNI SULLA GRATICOLA PER I FAVORI CHE RICEVEVA DALLA BANDA DELLE INFRASTRUTTURE E RENZI TACE OSTINATO, NELLA SPERANZA CHE LO SCANDALO SI RISOLVA DA SOLO. NESSUNA PAROLA, NEPPURE UN TWITTINO.
Maurizio Lupi dovrebbe dimettersi, nelle intenzioni di Renzi, e sgombrare così il campo da un caso imbarazzante, che sembra fatto apposta per dar ragione ai magistrati che lo accusano di preferire loro i corrotti.
Ma il ministro ciellino è un osso duro, sa che senza il suo partito il governo non sta in piedi e intende resistere. Addirittura pare che Renzi sia intenzionato ad affrontare il voto sulla mozione di sfiducia individuale lasciando libertà di scelta al suo partito.
Magari oggi Renzi smentirà tutti e finalmente aprirà bocca, ma intanto colpisce l’inconsueto silenzio del premier spaccone, il leader che chiedeva con forza le dimissioni del ministro Cancellieri quando a Palazzo Chigi c’era Enrico Letta. Forse è proprio questo quello che conta: la morale di Renzi varia a seconda di chi è al governo. Se ci sta lui, meglio il silenzio e provare a tirar dritto. Renzi sta sereno come un pesce in barile.
5. UN MINISTRO AVVITATO ALLA POLTRONA
Maurizio Lupi resiste e dice che il governo lo appoggia. Lo appoggia, ma in silenzio. Secondo il Corriere, qualcosa rischia: “Renzi insiste sull’addio: se si arriva alla mozione non è detto che ti difenda. Il premier chiede il passo indietro. E pensa all’interim. L’idea di fare un repulisti nel dicastero. A Ncd andrebbero gli Affari regionali” (p. 19). Per Repubblica “Renzi valuta la sfiducia. ‘Se non si dimette lascerò libertà di voto’” (p. 20). Idem sul Giornale: “Ultimatum di Renzi: ‘Se resti al tuo posto non garantirò per te”.
UGO SPOSETTI E GIANNI LETTA “Lupi family, non basta il figlio. Pure la moglie viaggia a sbafo. Il ministro prova a resistere fino a domani: ‘Non mi dimetto, il governo è con me’. Nelle intercettazioni la prova che raccomandò l’erede e accettava favori e voli gratis per sé e consorte”.
Il Corriere racconta l’edificante storia di monsignor Francesco Gioia, che per sdebitarsi di un posto di lavoro per il nipote si mette a disposizione e chiede voti per il ministro Nell’occhio del ciclone anche l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, beccato a fare raccomandazioni. Lui si difende così: “E’ vero, segnalai due persone. Chi è in difficoltà va aiutato. Se fossi cattolico la chiamerei opera buona” (Stampa, p. 14). Intanto Incalza, nel suo primo interrogatorio con i pm, ha difeso Lupi dicendo che con lui ha avuto solo rapporti istituzionali (Messaggero, p. 13).
MARCO E GIOVANNI...PERCHÉ?
mercoledì 18 marzo 2015
MORTE A SAVIANO.MARCO RAGOSTA E GIOVANNI MALLARDI, DUE VITE DISTRUTTE
Un destino crudele ha distrutto la vita di un ragazzo di 22 anni Marco Ragosta. Un destino avverso a due persone. Il conducente dell'auto vettura ed il conducente dello scooter .
L'incidente è avvenuto tra la Fiat Panda, guidata da Giovanni Mallardi, di anni 70. Il Mallardi stava rientrando a casa, che si trova proprio dove è avvenuto l'incidente in via Tappia Furignano. Marco Ragosta rientrava a casa a Somma Vesuviana, a bordo del suo scooter dopo aver lavorato presso la Caccavale GROUP di Mario Caccavale, sita in via Palatone di Saviano. Una tragica fatalità dovuta, con molta probabilità, ad imperizia ed imprudenza. Le indagini sono affidate alla Stazione Carabinieri di Saviano, agli ordini del maresciallo Femiano, con la collaborazione della Compagnia Carabinieri di Nola, guidata dal Maggiore Michele Capurso.
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Addio Marco Ragosta 22 anni morto in un terribile incidente a Saviano
Saviano 18 Marzo 2015 Tragico impatto a Saviano in via tappia furignano tra una Panda ed uno scooter. A terra un giovane di 22 anni di nome Marco Ragosta morto sul colpo nonostante il casco. Il ragazzo sarebbe originario di Somma Vesuviana e lavorava a Saviano da Caccavale Group in via palatone. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della Compagnia di Nola diretti dal maggiore Michele Capurso, che hanno subito avviato le indagini per chiarire la dinamica dell'incidente.
L'auto era guidata da un Savianese Giovanni Mallardo
La Dinamica Continua a Leggere
Chi era Marco Ragosta
L'auto era guidata da un Savianese Giovanni Mallardo
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Chi era Marco Ragosta
TRAGICO INCIDENTE STRADALE A SAVIANO
Questa sera una giovane vita e' stata spezzata in via Tappia Furignano. Un giovane, di cui non rendiamo noto il nome essendo le notizie ancora frammentarie, poco più che ventenne, ha perso la vita a seguito di un incidente stradale mentre era a bordo del proprio motociclo. L'incidente si è verificato per cause in corso di accertamenti da parte dei carabinieri intervenuti sul posto.
Nome del ragazzo morto Marco Ragosta continua a Leggere
La Dinamica dell'incidente Continua a Leggere
Chi era Marco Ragosta Foto
3 MILIONI DI PRESENZA A NAPOLI, PER IL PAPA
Il Papa a Napoli, attesi in 3 milioni
Numeri da grande evento quelli che caratterizzeranno la visita di Papa Francesco sabato a Napoli, dove ad attenderlo saranno, secondo le previsioni, più di tre milioni di fedeli. Per loro in campo 1500 volontari, tutti reclutati attraverso i social network.
ATTACCO ISIS A TUNISI. COINVOLTI ITALIANI.
AGENZIA DELLE ENTRATE, NUOVO SCANDALO
Centinaia di dirigenti nominati illegittimamente. In ruoli di primo piano alla testa delle agenzie delle Entrate, delle Dogane e del territorio. In pratica il cuore del macchina fiscale italiana. Adesso decapitata da una sentenza della Corte costitituzionale. Una questione che si trascina da anni. Nonostante fosse stata sollevata più di una volta con ripetute interrogazioni parlamentari. Alla fine c’è voluta una pronuncia della Consulta per ribadire che i dirigenti della pubblica amministrazione vanno selezionati esclusivamente per concorso, anche nel caso di promozione di dipendenti già in servizio. In pratica, i giudici hanno dichiarato illegittima la norma che autorizzava le tre agenzie ad attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con «contratti di lavoro a tempo determinato, la cui durata è fissata in relazione al tempo necessario per la copertura del posto vacante tramite concorso». Una decisione che adesso rischia di creare grandi grattacapi al ministero dell’Economia e delle finanze (Mef). Con un aspetto curioso. Che il grande accusatore di questo andazzo, Enrico Zanetti, che negli anni scorsi come semplice parlamentare, attraverso dichiarazioni e interrogazioni, aveva denunciato l’irregolarità delle nomine, adesso siede come sottosegretario del governo di Matteo Renzi proprio ai vertici del Mef.
SENZA APPELLO. Ma andiamo con ordine. La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata nel corso di un giudizio riunito avente ad oggetto tre ricorsi in appello, proposti dall’Agenzia delle entrate, per la riforma di altrettante sentenze proprio del Tar del Lazio. Il giudice di primo grado «aveva ritenuto che la norma regolamentare attuasse un conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti privi della relativa qualifica» in «palese violazione» con le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. E per questo aveva annullato le nomine. Ma prima della definizione dell’appello dinanzi al Consiglio di Stato, nel 2012, un decreto del governo di Mario Monti aveva tentato di sanare gli incarichi dirigenziali nel frattempo attribuiti senza concorso. Una norma rispetto alla quale i giudici amministrativi di secondo grado hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale. E che, secondo quelli della Consulta che l’hanno accolta, «ha contribuito all’indefinito protrarsi nel tempo di un’assegnazione asseritamente temporanea di mansioni superiori, senza provvedere alla copertura dei posti dirigenziali vacanti da parte dei vincitori di una procedura concorsuale aperta e pubblica». Non solo. Sono state dichiarate incostituzionali anche le successive proroghe degli incarichi che «fanno corpo con la norma impugnata, producendo unitamente ad essa effetti lesivi, ed anzi aggravandoli».
COME VOLEVASI DIMOSTRARE Eppure, come detto, la questione era già stata sollevata ripetutamente dall’allora deputato Zanetti, ironia della sorte proprio di Scelta civica, il movimento fondato da Mario Monti, premier del governo che ha dato vita alla norma cassata dalla Corte Costituzionale. La prima volta con un’interrogazione del 26 novembre 2013 al ministro dell’Economia in cui Zanetti, oltre alla «paventata illegittimità» delle nomine ed alla «deprecabile violazione delle norme in materia di pubblico impiego e pari opportunità nelle progressioni di carriera dei funzionari», pone l’accento su un’altra delicatissima questione che, a suo avviso, potrebbe mettere «a rischio anche il gettito erariale». Perché «gran parte degli avvisi inviati dall’Agenzia delle entrate e, a cascata, delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia potrebbero risultare nulli, ove i primi risultassero firmati da dirigenti privi della relativa qualifica in quanto illegittimamente nominati». Ma la risposta del governo costringe Zanetti a rimettere mano a carta e penna per scrivere una seconda interrogazione, meno di un mese dopo. Obiettando che «in data 27 novembre 2013, il sottosegretario Baretta forniva una dettagliata risposta scritta di ben otto pagine che però, già nel suo secondo paragrafo, esplicitava la provenienza della medesima con la locuzione: «Al riguardo l’Agenzia delle entrate riferisce quanto segue». Insomma, secondo Zanetti, l’intera risposta del ministero dell’Economia conteneva «la mera trasposizione dei fatti e delle considerazioni esposte dall’Agenzia delle entrate», ossia l’ente oggetto dell’interrogazione, «senza alcuna apparente valutazione da parte del ministero».
DIRIGENTI ILLEGITTIMI, ATTI NULLI Una sentenza, quella della Consulta, dagli effetti potenzialmente imprevedibili. E che lascia aperto un interrogativo: quale sarà il destino degli atti posti in essere dai dirigenti illegittimamente nominati? Domanda non secondaria se si tiene conto dell’estensione della pratica cassata dalla Corte. In un’altra interrogazione del gennaio 2014, è sempre Zanetti, richiamando una sentenza del Tar del Lazio del 2011, a parlare di «ben 767 funzionari su 1.143 totali», quindi più della metà, «nominati in modo illegittimo». Ed è lo stesso Zanetti, sentito da ilfattoquotidiano.it, ad ammettere oggi che quello della validità degli atti firmati da dirigenti illegittimi «è un tema non infondato da valutare attentamente». Insomma un bel guaio. «C’è stata un po’ di sottovalutazione del problema che io avevo posto già diverso tempo fa – spiega il sottosegretario all’Economia –. Non ho mai fatto mistero che la vera riforma consiste nel rimodulare la macchina fiscale». Perché, per dirla ancora con le sue parole, oggi c’è «uno sbilanciamento eccessivo a favore delle agenzie che dovrebbero invece essere braccio operativo del Mef, in capo al quale vanno concentrate tutte le funzioni legislative, di interpretazione normativa, di controllo e di audit».
INDIPENDENZA A RISCHIO Poi c’è un’altra questione. Quella degli effetti che le nomine bocciate dalla Consulta hanno e possono determinare all’interno dell’amministrazione. «La gestione prolungata e non provvisoria, come sottolinea la Corte Costituzionale, di incarichi a tempo determinato e su mandato fiduciario, di fatto da parte della dirigenza apicale, si ripercuote negativamente sulla stessa agenzia – argomenta Zanetti –. Si parla spesso della necessità che i dirigenti siano indipendentidalla politica, ma non si parla affatto della necessità che quegli stessi dirigenti siano indipendenti anche rispetto alle loro dirigenze apicali. Perché se a livello intermedio dipendi da un dirigente apicale a cui devi la tua nomina, è chiaro che tutto diventa meno trasparente». Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere. «Chissà che questa sentenza – conclude Zanetti – non ci dia almeno l’occasione per mettere veramente mano ad un riassetto della macchina fiscale italiana».
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